Proponiamo una breve considerazione e un estratto dell’ultima raccolta poetica del poeta lettone Semën Chanin, edita da Miraggi edizioni.
Omissis (Oпущенные Подробности). Traduzione a cura di Massimo Maurizio.
Secondo il poeta Osip Mandel’štam, alcuni versi possono essere definiti come vorovannyj vozduch (aria rubata), fine metafora per indicare il ruolo della poesia come un qualcosa di indispensabile, vitale, necessaria alla sopravvivenza.
Nel contesto della poesia contemporanea questa metafora risulta essere ancora più che adatta: certi versi si presentano come aria che viene sottratta ai più ma allo stesso tempo restituita in capsule di sensazioni immediate sinestetiche sotto forma di verso che riescono a esprimere, a dare una forma a condizioni dell’esistenza spesso ineffabili.
Quella di Chanin è sempre aria rubata con la quale si descrive e si mette in contatto il proprio mondo con quello circostante, nel quale ci si ritrova sospesi e si può, per un attimo, tirare un sospiro di sollievo. Quell’aria rubata sembra anche portare in sé una pesante sensazione nostalgica per un futuro non vissuto, concentrata in pochi attimi che contenevano un’eternità ancora non percepibile, e definitivamente irreversibili.
Uno sguardo concentrato su un piano intimo ma rappresentato in un tono tutto paradossale, come se questo fosse l’unico modo in cui sopportarlo, quel mondo che circonda e stringe l’io lirico contemporaneo.
Ben vengano dunque questi pseudo “ladri d’aria”, che permettono di dar respiro a pensieri e immagini che in altro modo non avrebbero trovato un habitat più adatto per sopravvive, l’atmosfera per risuonare e, soprattutto, abitanti-lettori da nutrire.
Ecco una piccola boccata d’aria della folata che compone “Omissis”.
Когда в скафандре из очень чувствительной кожи
В состоянии полной невесомости
Неподвижно лежишь на диване
И внутри все запотевает от твоего дыхания
Закрываешь глаза и слышишь как поют
За рекой, за оврагом, за лесом
Будто поржавевшие диванные пружины
И ждешь только одного: чтобы вместе
С короткой глубокой затяжкой в легкиe
Вошла почти забытая сила тяжести
Quando in uno scafandro di pelle molto sensibile
in condizione di completa assenza di gravità
stai sdraiato immobile sul divano
e dentro tutto ti si appanna il respiro
allora chiudi gli occhi e senti dei canti
al di là del fiume, al di là del burrone, al di là del bosco
come se fossero le molle arrugginite del tuo divano
e aspetti una cosa sola: che insieme
a una boccata rapida e profonda nei polmoni
penetri la forza di gravità quasi dimenticata.
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Я ехал на велике, который сперли потом
С подружкой, с которой мы через год расстались
По улице, которую всю перестроили
В кафе – его просто потом закрыли
Мы беспечно болтали, то языком, то ногами
На месте этого кафе теперь пиццерия
Я даже захожу туда
Заказываю себе пиццу с четырьмя сырами
Мне приносят ее и разрезы на пицце
Напоминают мне велосипедные спицы
Вот так, спицы – пиццы
Но сейчас, когда я ехал на велике
Со своей милой подружкой
По всем известной улице
В наше любимое кафе
Я ведь совсем не думал, что каждым нажимом педали
Я тоже подталкивал этот мир к энтропии и хаосу
Хотя пицца оказалась вполне себе ничего
Andavo in bici, quella che poi mi avrebbero fregato
con la mia ragazza, quella con cui un anno dopo ci saremmo lasciati
per la via, quella che avrebbero completamente ristrutturata
al caffè, quello l’hanno semplicemente chiuso
spensierati davamo aria ai polmoni e spinte ai pedali
al posto di quel caffè ora c’è una pizzeria
ogni tanto ci faccio addirittura un salto
ordino una pizza ai quattro formaggi
me la portano e i tagli sulla pizza ai formaggi
mi ricordano quella bicicletta, i raggi
ecco, i tagli sui formaggi – la bici, i raggi
ma allora, mentre andavo in bici
con la mia dolcissima ragazza
per quella via che tutti conoscono
al nostro caffè preferito
non pensavo affatto che ogni mia pedalata
contribuiva a spingere questo mondo verso l’entropia e il caos
sebbene la pizza non sia davvero niente male
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Не подумай, что это бездомный
Просто он потерял ключи
И четвертый месяц ночует на ступеньках
Мебельного магазина
Кажется ему не очень удобно
В такой скрюченной позе
А на самом деле он акробат
И так ему намного сподручней дремать
С чего ты взяла, что он умер
Подумаешь, не дышит
Чего еще ждать от продвинутых йогов
Умеющих задерживать дыхание на многие годы
Ну, точнее, почти навсегда
Non credere che sia un senzatetto
Ha soltanto perduto le chiavi
E da più di tre mesi dorme sui gradini
Di un negozio di mobili
Parrebbe non stare troppo comodo
In quella posa raggomitolata
Ma in realtà è un acrobata
E così trova più pratico pisolare
Come hai potuto pensare che sia morto
Soltanto perché non respira
Ci si può aspettare di tutto da esperti yogin
Che sanno trattenere il respiro per anni
O meglio, quasi per sempre
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Semën Chanin (pseudonimo per Aleksandr Zapol’, Riga, 1970), è un poeta performer lettone, nonché traduttore dal russo. Nel 1999 fonda il gruppo poetico Orbita, con il quale è tutt’ora attivo.
In italiano, oltre alla pubblicazione per Miraggi, i suoi testi sono presenti nelle antologie di poesia lettone Nell’Orbita di Riga (L’Obliquo, 2006) e Deviando sollecito dalla rotta (Stilo, 2016).
Originaria della Terra d’Otranto, ho poi intrapreso gli studi di Lingua e Letteratura Straniera presso l’Università di Torino, dove tutt’ora frequento la magistrale in Lingue e Letterature Comparate. Tra lo studio delle “cose russe” ci sono finita tramite la musica: galeotto fu Rachmaninov!, e da allora la Russia non mi avrebbe più abbandonata…