Nel 1965, per permettere ai cittadini sovietici di accumulare la propria valuta estera in Patria, vennero introdotti i sertifikaty, una sorta di assegni in rubli che fungevano da mezzo di pagamento nei negozi Vnešposyltorg: questi convertivano in rubli la rispettiva somma in valuta straniera e permettevano al titolare di usarli come denaro per l’acquisto di merci dal valore equivalente. Inizialmente erano di tre tipi, a seconda della valuta convertita: con banda gialla (emessi in cambio di valuta con convertibilità limitata, ovvero quella dei Paesi in via di sviluppo), con banda blu (emessi per le valute dei Paesi socialisti) e senza banda (emessi in cambio di valuta liberamente convertibile come dollari, sterline, marchi, ecc). Ognuno di questi deteneva poteri d’acquisto diversi, conferendo possessore l’accesso solo a specifiche categorie di beni (i certificati senza banda erano quelli con valore maggiore, mentre quelli con banda blu i meno pregiati). Nel 1977 le tre tipologie di assegni vennero abolite e sostituite dai čeki vnešposyltorga, ricevute egualmente emesse per qualsiasi tipo di valuta estera.
Parallelamente al sistema Vnešposyltorg, anche un altro tipo di commercio in valuta cominciò a svilupparsi in Unione Sovietica: i negozi per stranieri. La nascita di tali realtà pare legata al forte ampliamento del turismo mondiale verificatosi in quegli anni. I turisti portavano ovviamente con sé molta valuta estera e l’URSS decise di creare per loro una serie di servizi in cui spenderla grazie a Inturist, l’organizzazione che si occupava del mercato turistico in Unione Sovietica. Tra i suoi compiti principali figuravano quelli di attirare visitatori stranieri, vendere loro i biglietti per i mezzi di traporto e dotarli di alloggio (i turisti soggiornavano nei vari Hotel VAO – Vnešneėkonomičeskoe Akcionernoe Obščestvo Otelej – che accettavano contanti stranieri nei loro ristoranti e bar), occuparsi dell’organizzazione di escursioni e tour nei luoghi di maggiore interesse e dar loro la possibilità di acquistare prodotti locali in negozi specializzati in cui potevano pagare direttamente con la moneta del loro Stato di provenienza (se era liberamente convertibile), ovvero i cosiddetti Berëzka.