Etimologia
La parola bylina ha la propria radice nel verbo essere al passato bylo, indicando qualcosa che fu.
Questo termine è relativamente recente e di natura accademica; infatti, compare per la prima volta
nell’Ottocento in una raccolta accademica di canti popolari russi curata dall’etnografo-folklorista I.
P. Sacharov. Lo studioso aveva bisogno di una parola che designasse i poemi epici russi e decise di
attingerla dall’incipit del più antico poema epico della letteratura slava, “Il Canto della Schiera di
Igor”. Tuttavia, nella tradizione popolare i poemi epici vengono chiamati da tempo immemore
starina, starinuški o starinka, derivati dall’aggettivo staryj, vecchio.
La storia della scoperta dell’esistenza di una tradizione epica russa ha un che di straordinario e mitico.
Fondamentale fu l’anno 1859, quando lo studioso Pavel Nikolaevič Rybnikov venne arrestato a
Černigov con l’accusa di aver instaurato contatti con i vecchi credenti e cerchie rivoluzionarie,
venendo poi esiliato nella città di Petrozavodsk, nell’attuale Repubblica di Carelia.
L’anno successivo le autorità locali gli assegnarono l’incarico di registrare dei dati sui villaggi del
territorio per completare alcuni rapporti statistici. Questo compito gli permise di coltivare la sua
passione e interesse per il popolo e la cultura russa e fu così che nell’estate del 1860, durante
un’escursione su un’isola remota e paludosa del lago Onega, venne per caso a conoscenza di alcuni
canti epici. Fu allora che Rybnikov iniziò la sua attività di raccolta delle byline e tra il 1861 e il 1867
pubblicò l’opera Pesni, sobrannye P. N. Rybnikovym in quattro tomi, che costituì una vera e propria
pietra miliare per gli studi folklorici russi.
La sensazionalità della sua scoperta risiede nell’aver trovato una tradizione epica che si pensava fosse
ormai dimenticata e perduta, per giunta in un luogo geograficamente distante dalla Rus’ di Kiev, di
cui si narra nelle byline. Ma se una parte dell’intelligencija accolse questo evento con grande
entusiasmo, la stragrande maggioranza dell’opinione pubblica mise in discussione l’autenticità della
raccolta di Rybnikov, paragonandola ai Canti di Ossian.
Un altro fatto interessante è che la scoperta della bylina nel governorato di Olonec alimentò e continua
ad alimentare la narrazione del mito del Russkij Sever, il Nord Russo, un concetto geoculturale di
difficile definizione geografica dove si presume che si sia conservata la purezza e l’autenticità del
popolo russo. Per questo motivo il governorato di Olonec venne chiamato “Islanda dell’epos russo”