Un aspetto molto pittoresco e intrinseco all’idea di maršrutka è la caratteristica fermata a chiamata. Non si tratta di una fermata prestabilita: a qualunque altezza del percorso si voglia scendere, basterà chiedere al conducente, al grido di “ostanovites’, požalujsta!” (Si fermi, per favore!) di fermare la corsa. Se non si vuole usare questa modalità, spesso le maršrutki fermano in corrispondenza delle fermate delle linee regolari per accogliere i passeggeri in attesa.
Nel momento in cui si entra in una maršrutka ci si arrende all’idea che la corsa sarà poco confortevole: in un’elevata percentuale di casi, la tanto attesa maršrutka aprirà le sue porte mostrando un numero di passeggeri spesso oltre il limite consentito, nessun posto a sedere e sostegni piuttosto precari o di fortuna, molte volte incapaci di garantire stabilità e sicurezza nonostante la guida spericolata solita degli autisti. Più rapidamente terminano e ricominciano il percorso, più passeggeri saliranno a bordo, riempiendo le loro tasche.
Viaggiare in maršrutka non è semplice: la numerazione delle linee è di difficile comprensione e l’orario delle corse non è rispettato a causa del traffico e di mille altri motivi contingenti. Ciononostante, continua ad essere un mezzo amato e largamente usato. La preferenza dei passeggeri nei riguardi della maršrutka è forse legata alla fiducia, rassegnata o sincera che sia, che si ha per l’eventualità, il caso, per quel non si sa mai tanto caro all’anima russa.
Realia a cura di Giulia Gallo