Anche la sorella di Raskol’nikov, Avdot’ja Romanovna Raskol’nikova (Dunja) è una ragazza forte e altruista. Il personaggio di Dunja rappresenta le numerose donne della società pietroburghese degli anni Sessanta dell’Ottocento costrette a rinunciare ai propri sogni e a sottomettersi alla volontà degli uomini. Dunja, infatti, per amore del fratello, decide di sposare un uomo che non ama, un avvocato avido e maligno ma in grado di darle il denaro necessario per mantenere gli studi di Raskol’nikov.
Alla fine del romanzo Dunja, come Sonja, trova il coraggio di ribellarsi ai suoi oppressori e sposa l’amico fedele di Raskol’nikov, un uomo buono e premuroso con il quale finalmente trova quell’amore vero che ha sempre sognato.
Pul’cherija Aleksandrovna Raskol’nikova è la madre di Raskol’nikov e di Dunja. Molti aspetti del carattere e della personalità di Pul’cherija si possono ritrovare in altre “madri” presenti nei romanzi di Dostoevskij. Lei è il ritratto della madre ideale che ama i propri figli alla follia ed è disposta a tutto per loro. Pul’cherija a una prima lettura può sembrare una donna ingenua e incapace di riconoscere i pericoli. In realtà l’ingenuità le permette di sopportare meglio le difficoltà, allontanandole e fingendo di non vederle. Come tutti sappiamo, solo una madre sa capire il proprio figlio con un solo sguardo, Pul’cherija, infatti, è l’unica che sembra comprendere fin da subito il segreto che nasconde Raskol’nikov.
Quando suo figlio viene deportato in Siberia per scontare la pena per l’omicidio commesso, Pul’cherija si ammala di una malattia che le provoca confusione mentale. Spesso Dostoevskij inserisce nei suoi romanzi donne affette da isteria per dimostrare che questo disturbo poteva colpire qualsiasi donna, in quanto provocato dal peso dei problemi che dovevano affrontare ogni singolo giorno della loro vita.