Il romanzo di Pristavkin permette allora di aggiungere un tassello a questa complessa vicenda di colonizzazione e resistenza, e lo fa attraverso gli occhi di un ragazzino russo e di uno ceceno, a cui la violenza perpetrata dai rispettivi gruppi di adulti appare ancora più insensata.
Inseparabili offre poi uno spaccato della vita in Unione Sovietica anche grazie ai numerosi realia presenti nel testo. Parole che indicano oggetti o concetti tipici della cultura russa o sovietica (trudarmeec, vol’njaški, samogon, tjubetejka, papacha, le stesse parole besprizornye o kolchoz) che sono state lasciate nella loro forma originale, senza resa o traduzione. I lettori meno abituati al lessico russo-sovietico non devono però preoccuparsi: la presenza di un glossario alla fine del volume e di numerose note a piè di pagina rende la lettura fluida e previene qualsiasi intoppo nella comprensione del testo.
Il romanzo di Pristavkin è stato portato in Italia da Guerini e Associati come primo volume della collana Narrare le Memoria, il cui obiettivo è raccontare “le storie dimenticate dell’Europa dell’Est” e recuperare il patrimonio di vicende personali rimaste inedite o pubblicate con ampie manipolazioni da parte della censura ufficiale.
Una memoria che l’autore testimonia anche nell’impostazione stessa del romanzo: i continui rimandi ad altri scrittori russi inseriscono Pristavkin e la sua opera nell’alveo della grande tradizione letteraria russa, attivando un dialogo intertestuale continuo con altri testi. Anche questo è, dopotutto, un importante processo di memoria: non una ripetizione formale di elementi passati, ma lo sforzo continuo di recuperarli, farli propri e renderli significativi per il presente.
Eravamo abituati al treno, al vapore e alla strada: erano il nostro elemento. Ci sentivamo abbastanza al sicuro nelle stazioni, nei mercati, tra i trafficoni, tra gli sfollati, sui treni e sulle banchine rumorose. Tutta la Russia era in movimento, tutta la Russia andava da qualche parte e noi eravamo in quella corrente, noi eravamo i suoi figli, carne della sua carne.