– Come sarà l’emigrazione per i nuovi arrivati, saranno in grado di sopportare l’atteggiamento ostile nei confronti della Russia, di sistemarsi nei paesi occidentali?
Sì, sarà dura per i russi. Già lo è. Ma chi, se non noi, ha colpa del fatto che la Russia sia diventata un paese il cui presidente parla di armi nucleari?
– Non ha la sensazione che i rapporti tra coloro che sono partiti o vivono fuori dalla Russia e coloro che sono rimasti e continuano a lavorare in una situazione difficile si stiano complicando? Mi riferisco alla reazione alle diverse dichiarazioni che arrivano dall’estero.
Io e tutte le persone con cui sono in contatto nutriamo un grande rispetto per chi si trova in Russia e non tace. Il vostro giornale che continua a lavorare in queste condizioni impossibili suscita la mia completa ammirazione. Dalla posizione di sicurezza in cui mi trovo io, non mi sento di darvi alcun consiglio. Sappiate solo che siamo dalla vostra parte.
– Come sta vivendo la Londra russa e lei personalmente?
Personalmente non posso scrivere nulla mentre in Russia si sta attuando quella che viene chiamata “operazione speciale”. Insieme a tutta la Londra russa a me nota sono impegnato nella fondazione del movimento umanitario-culturale “La Vera Russia”, che in una prima fase iniziale sarà impegnata in una questione assolutamente urgente: aiutare i rifugiati ucraini, e poi inizierà a dare supporto ai russi fuggiti dalla repressione. Nessuno li aiuterà se non la diaspora russa internazionale.