Nel nostro mondo odierno sono certamente in molti – molto più dell’un per cento – ad essere immuni alle radiazioni e a riuscire a valutare lucidamente la situazione. Eppure ce ne sono molti altri che credono a ciò che lo schermo televisivo propina loro, fanaticamente e contrariamente alla realtà che li colpisce in pieno volto.
I tentativi di dialogo con questi “credenti frenetici” sono quasi inutili: con loro non funzionano gli argomenti e i fatti. Non ascoltano argomenti e per quanto riguarda i fatti, “tanto peggio i fatti” (come recita la frase attribuita a Hegel).
Perché non ascoltano, nonostante esistano ancora fonti di informazione indipendenti dal governo? Da una parte, a causa del potere sconfinato delle radiazioni. Dall’altra, per un meccanismo psicologico di difesa dalle informazioni “scomode”. Si rifiuta tutto ciò che diverge dalla propria presa di posizione e, al contrario, si accoglie facilmente tutto quello che rafforza la propria opinione.
Perché così tanti sono pronti a credere, per esempio, che il governo ucraino sia infiltrato dai nazisti? Perché in tal caso il “nostro affare” diventa giusto per definizione: potremmo mai essere nel torto se dall’altra parte ci sono i nazisti? E qualsiasi tentativo di spiegare che le cose non stanno esattamente così incontra ostilità, poiché rischia di distruggere la convinzione di essere nel giusto, cosa che causerebbe certo un profondo disagio.